Il 16 marzo scorso sono entrate in vigore alcune norme del Codice della Crisi d’Impresa che diverrà pienamente operativo a decorrere dal 15 agosto 2020. Tra le norme già in vigore vi è una disposizione cardine della riforma, cioè l'art. 375 CCI rubricato “Assetti organizzativi dell’impresa” che prevede la modifica dell'art. 2086 c.c. sulla gestione dell'impresa. In particolare, l’imprenditore che operi in forma societaria o collettiva ha l’obbligo di porre in essere un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale. Perché la modifica all’art. 2086 c.c. ricopre un ruolo centrale? Perché avrebbe quale obiettivo quello di “cambiare la mentalità” degli imprenditori, i quali da ora in avanti saranno obbligati a realizzare un sistema interno che consenta loro di monitorare, da un punto di vista organizzativo, amministrativo e contabile, l’andamento dell’impresa e di effettuare previsioni in ordine alla capacità della stessa di adempiere alle proprie obbligazioni e di gestire il proprio business. La finalità perseguita è chiara ed è perfettamente in linea con la ratio dell’intera riforma in materia: l’emersione tempestiva della crisi e l’attivazione da parte degli organi societari coinvolti degli strumenti per il superamento della crisi. Il tutto nella prospettiva di non perdere e mantenere la continuità aziendale, altro “cavallo di battaglia” del nuovo testo legislativo. Ma in concreto cosa dovrà fare l’imprenditore? Se il piccolo e medio imprenditore non ha mai utilizzato i sistemi di pianificazione e controllo è giunto il momento di farlo. Questo obbligo può portare indubbi miglioramenti nella conduzione dell’impresa. Se l’azienda è di piccole dimensioni è probabile che siano sufficienti strumenti semplici, quali la pianificazione finanziaria almeno a sei mesi (così recita il nuovo Codice); se l’azienda ha dimensioni medie è il caso di attivare anche il controllo di gestione che consenta di conoscere dettagliatamente, ad esempio, quali sono i costi diretti di produzione. Oltre ad aver assolto al nuovo obbligo di legge, l'imprenditore comprenderà a breve che saranno state risorse ben impiegate che ripagheranno l’investimento in miglioramento delle performance aziendali e in probabili risparmi di costi di gestione.